Living small: da necessità a tendenza

Ecco qualche utile consiglio
living small: le tiny house

Vivere in piccoli spazi non è solo una necessità, ma una vera e propria tendenza. “Living small”!

Living small: di necessità virtù

 

Sta diventano una vera e propria mania. Nata nelle grandi città orientali, e successivamente in quelle occidentali, l’abitudine di scegliere piccoli spazi abitativi per cause evidentemente economiche, è diventata una vera e propria moda. E questo grazie anche al grande supporto dell’industria degli arredamenti.

Si, perché senza il supporto di adeguate soluzioni ad alto contenuto tecnologico e di design, questa tendenza sarebbe rimasta solamente a un livello amatoriale o artigianale. Se così fosse stato, ognuno avrebbe potuto applicare la propria soluzione al problema della mancanza di spazio improvvisando riutilizzi di elementi d’arredo. Come? Autoproducendoli, o semplicemente eliminandoli, in pieno stile minimal.

Magari, a fine lettura, vi si apriranno nuovi mondi e cambierà il vostro modo di intendere la casa…

Il mondo delle tiny houses

 

Ciascuna regione del mondo ha il suo approccio alla materia. Come primo esempio, prendiamo in considerazione gli americani. Complice la crisi immobiliare, loro hanno sviluppato la filosofia “living big in tiny houses” sulle case mobili. Si tratta di soluzioni tipiche per il country living e per chi non ha le idee chiare sul proprio indirizzo di residenza. Vivere in piccole case mobili può agevolmente sposarsi con la filosofia ecologica, ed ecco quindi le “Eco Tiny Houses”.

Parallelamente hanno innovato anche nell’arredamento, definendo tali prodotti “mobili trasformanti“. In questo caso i sistemi letto a scomparsa diventano divani e mensole, i letti a castello diventano scrivanie, letti singoli diventano postazioni di lavoro in piedi, tutto in piena ottica space saving. Dimenticavamo: il design è italiano.

A guardare certe soluzioni tornano in mente i famosi studiò, soluzioni abitative rivolte agli studenti, che però in questo caso in pochi potrebbero permettersi. Allo stato attuale infatti vengono adottate da chi non è più così giovane, ma vuole continuare a vivere parte di quelle emozioni, spesso ad alto contenuto di design. A Soho, New York, c’è chi ha investito non poco nel proprio appartamento da 42 mq, trasformandolo in un morphing apartment, capace di contenere ben sei diverse soluzioni abitative al suo interno. C’è tutto quello che serve: cucina, soggiorno, camera da letto matrimoniale, per gli ospiti, servizi, studio.

Da occidente ad oriente

 

Passiamo al Giappone, dove per evitare tasse sui terreni di proprietà si scindono i lotti, andando ad edificare in fazzoletti di terra. Dove la filosofia della vicinanza ha scalzato l’idea oppressiva della piccolezza. Alla faccia del living small! Chissà se riusciremo mai a capirli…

Tra gli europei innamorati della cultura giapponese trasferitisi lì, c’è chi della propria situazione abitativa ha creato un’attività da blogger e youtuber. E racconta le mirabolanti soluzioni per poter vivere serenamente in uno spazio di 8 mq!

Non dimentichiamo che la lievitazione dei costi della vita nelle megalopoli giapponesi ha fatto nascere in questa nazione ai nostri antipodi gli ormai rinomati Capsule Hotel. Al posto della stanza, i clienti si dispongono ordinatamente all’interno di loculi prefabbricati, dotati di materasso ed eventuali upgrade a richiesta. Il prezzo a notte può arrivare a 32 euro!

Veniamo a noi: Europa, più precisamente Barcellona. L’architetto spagnolo Barbara Apolloni si ispira ovviamente al Giappone e idea questo appartamento lego-style di 24 mq. Quando il suo proprietario se ne va di casa tutto scompare, cucina ed elettrodomestici compresi, letto incluso (sparendo sotto la terrazza!) La frase più ricorrente del proprietario? “There is a lot of space!

Passiamo a Parigi, precisamente Montparnasse, dove l’architetto Jérôme Vinçon ha voluto aiutare i suoi amici a trasformare questo spazio di 25 mq affianco al ristorante dove la coppia lavora in un appartamento di 4 piani, riuscendo a garantire a tre di questi la luce naturale fino all’estremità interna, attraverso un’alternanza di volumi e dotazioni che ricorda un misto tra la sottocoperta di una barca e le rampe della una scala di uno studentato. È proprio il luogo giusto dove potersi innamorare di ciascun centimetro quadro della propria casa. Un vero esempio che incarna la filosofia del living small.

Scarsità di spazi, abbondanza di prospettive

 

Siamo d’accordo, si tratta di casi estremi. Le soluzioni adottate da questi proprietari possono far sorridere, ma dall’altro lato possono anche affascinare, per lo sforzo nell’individuare le esatte soluzioni alle proprie esigenze, applicandole con precisione chirurgica ad uno spazio estremamente ristretto, dove poter vivere a proprio agio quotidianamente, senza farsi mancare nulla e magari risparmiando qualcosa per un bel viaggio in più all’anno!

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